martedì 30 giugno 2009

fare sesso? pensi sia complesso??

Sessualità: …. “ e con te come si fa”??
Sono stati scritti migliaia di testi sulla sessualità dei disabili…. Non serve a nulla…
Solo la materia prima è fondamentale!!!!

Prima regola per fare sesso con un disabile (per Lui) è avere ben attivo un organo fondamentale: il cervello, ancor più del pisello, che fanno pure rima ma non è la stessa cosa.
Prima regola (per Lei) è quella di evitare durante l’amplesso frasi del tipo: ti sto facendo male? ce la fai? va bene cosi? se sono troppo pesante e ti schiaccio dimmelo. Quindi reprimere il lato infermiera o ancor peggio: mamma.
Seconda regola (per Lui) se Lei è paralizzata nella parte inferiore e quindi non ha la sensibilità per provare piacere, cercare di stimolare i suoi pensieri, la testa, perchè una donna va ancor più in estasi se la prendi nelle fantasie. Quindi evita di tenere il tuo gingillo sempre nella sua bocca con la scusa che è l’unico posto “attivo”.
Seconda regola (per Lei) evitare espressioni tipo: ohhhhh nel renderci conto che se uno è disabile non vuol dire che anche il cosino lo è pure lui. Un pò di informazione prima sarebbe gradita.
Terza regola (vale per Lui e Lei) è quella di “parlare parlare” “chiedere chiedere”, ci sono tante cose che un disabile non può fare ma altrettante che può, quindi è sempre meglio scoprire che rimanere con il dubbio.
Spero di essere stata utile!

martedì 9 giugno 2009

nella vita capita..

Nella vita capita che i medici siano riusciti con un piccolo miracolo a farti vedere il mondo….stupendo!
Nella vita capita di ricevere in dono le ruote per il viaggio verso il destino…..
Nella vita capita di incontrar medici che dicono” sarà un vegetale”
Nella vita capita che rivedi lo stesso medico dopo anni e…”ah però è intelligente”da strozzare!!!!!!!!!!!
Nella vita capita che serva anni di fisioterapia….i miglioramenti sono visibili….
Nella vita capita di ruoteggiare a testa alta essendone fieri
Nella vita capita di concepire una sedia come strumento di speranza altrui e allora desiderare di raccontarlo!
Nella vita capita di essere pervasi da entusiasmo irrefrenabile…mille impegni e non bastano mai…
Nella vita capita di scherzare su tutto….che motivi validi hai per non sorridere?
Nella vita capita di incontrare compagni di avventura a cui affidi la guida…
Nella vita capita che una caduta cambi la tua vita….
Nella vita capita che dopo la caduta arrivi la spinta giusta….
Nella vita capita il colpo di fulmine….
Nella vita capita di convincersi che quella persona non la rivedrai mai più….
Nella vita capita che il destino sia bizzarro….quella persona la rivedi….
Nella vita capita che i brividi attraversino il tuo cuore….
Nella vita capita di desiderare quella persona nella tua vita…
Nella vita capita che il sole illumini il tuo percorso………….
Nella vita capita che un no non sia collegato alla sedia….e ciò ti rende felice…..
Nella vita capita che, amando davvero, mantieni il sentimento e rispetti… sai che l’amore va oltre…..

cosa significa essere compagni d'avvenntura?

tutto parte da un amicizia vera e sincera che poggia le sue fondamenta ben oltre l'apparenza e si basa sul medesimo destino di felicità...
essere compagni d'avventura significa percorrere un cammino di condivisione, di amicizia vera...
è offrire sostegno reciproco sempre....è essere insieme agli altri, nei momenti di gioia, di dolore...è dire " ricorda che io ci sono e ci sarò sempre x te, perchè desidero la tua felicità....Dio ci ha pensati per essere felici...! e lo siamo se stiamo con gli altri...
se ci sono degli amici veri al tuo fianco che sannno guidarti allora tu ti senti realizzato... ti senti importante, ti senti semplicemente libero di essere te stesso.... sei cosi come sei e non pretendi di più.... ti accorgi che hai ricevuto tutto ciò di cui avevi bisogno x essere uomo....
essere compagni d'avventura è guardare in faccia la vita...senza timore....
se sei da solo gli ostacoli che puoi incontrare sul tuo cammino ti spaventano ma se hai degli amici veri accanto, allora capisci che tutto si può affrontare! perchè loro sono con te e tu sei con loro....
vi siete scelti e non è stato programmato, dovuto, pensato a priori...ogni giorno le circostanze ti confermano che tu sei fatto x quella determinata compagnia! ecco perchè l'hai incontrata! tutto accade per un motivo....
incontri una diversità nel modo di vivere, una naturalezza, una semplicità, una profondità nei rapporti....e percepisci davvero che tutto ciò corrisponde profondamente alle esigenze del tuo cuore....l'hai sempre cercato e quando trovi l'amicizia vera, la tua vita cambia davvero.... non vivi di volontari...il sabato esci con gli amici.... con loro vai ovunque....anche dove ci sono barriere archittettoniche...non ricevi sms con scritte tante belle parole che tali rimangono....hai dimostrazioni continue e concrete d'amicizia...puoi progettare e sognare...
ti accorgi di quanto i gesti piccoli in realtà sono grandi... la mia migliore amica maggie si commuove x un grazie x esserci sempre...se c'è il mio spettacolo i miei amici non se lo perdono e tifano x me....piuttosto si smette di lavorare prima! E poi ci sono i passaggi in macchina, i viaggi, i concerti, le bevute, le risate....
essere compagni d'avventura è essere sempre presenti, è accogliersi, è venirsi incontro, è mettersi in gioco...è non arrendersi mai...è sorprendersi di quanto possa essere meravigliosa la vita se condivisa con amici veri...
grazie a tutti........

" Che cosa vuol dire addomesticare"

“che cosa vuol dire addomesticare?”
“ creare dei legami” da molto tempo questo è dimenticato…..se mi addomestichi avremo bisogno uno dell’altro
Tu sarai unico per me al mondo …. E io sarò per te unica al mondo….
La mia vita sarà come illuminata e tu sarai per me diverso da tutti gli altri… penserò a te e tu a me…
“ che bisogna fare?”
“ bisogna essere molto pazienti e ci vogliono i riti”
“ cos’è un rito”?
“Anche questo è dimenticato! Un rito è ciò che rende un giorno diverso dall’altro, un ora diversa dalle altre…
È il tempo che dedichi alla tua rosa a renderla così importante ….
Ne diventi responsabile per sempre….! Sentirai il bisogno di curartene”
ringrazio ogni giorno Dio per avermi donato i miei compagni d'avventura, perchè x me sono tutti delle rose....e lo siamo vicendevolmente

lunedì 8 giugno 2009

il cuore è completamente autonomo per tutti....

Determinati esseri umani sono chiamati disabili. Disabili hanno dei limiti. Non ragionano. Sono su una sedia. Hanno un mondo proprio. Difficile comunicare perché magari per riuscirci devono indicarti lettere su una tabella. È necessario, magari + tempo perché la comprensione del loro linguaggio non è così immediata. È complesso. Non ci provo nemmeno, non mi reputo all’altezza di tutto questo. È impegnativo imboccare una persona perché devi star attenta che non si strozzi, lo è anche accompagnarla in bagno perché implica sforzo fisico, lo è anche uscire con una persona in giro con una carrozzina perché non ami gli sguardi della gente. Lo è un passaggio in macchina perché è obbligatorio smontare la sedia. No no, non è per me… ammiro chi è vicino a queste persone, ma io ne sono lontano. La ritengo una dimensione enorme, più di ciò che io sono capace di affrontare. Mi spaventa anche solo il pensiero della sofferenza. Non potrei mai sopportare di esser come loro. Chissà che brutta una vita del genere. Mamma mia. Non potrei nemmeno immaginarmi seduto al loro posto. Meglio non pensare, mi rattrista questa idea…eppure, ho sentito dire da qualcuno che ne è a contatto per scelta che questi ragazzi sono immensi e profondi come il mare….si. beh. Ci stiano loro se davvero non ne possono far a meno. Io ho da pensare a me stessa, sono adolescente, 15 anni. Sono in preda alle mie crisi ormonali. Non mi piaccio io quando mi avvicino allo specchio ci litigo sempre. Fatico ad accettare me stessa, figurati gli altri! Lascio questo mondo a chi se la sente. Ognuno in fondo ha i suoi problemi. Io i miei mille conflitti giornalieri con i miei. Che palle. E poi…. Non avrei nemmeno tempo. Devo uscire con gli amici, devo andare alle feste. Alla fine la vita è una e bisogna godersela tutta fino in fondo. Il tempo non torna indietro! Uffa. Oggi lui non si è ancora fatto sentire…. Un messaggio ricevuto:” amore, scusa se nn mi sono fatto vivo, ma ero cn l’associazione di ragazzi disabili….stasera se vuoi usciamo t.a.t.t.t.t.t. baci! Ecco.. lo sapevo! Tutte le volte la storia si ripete tale e quale! I ragazzi disabili prima del nostro rapporto! Non reggo una relazione impostata in questo modo! Adesso è ora che scelga…. O io o i suoi ragazzi disabili. Ogni volta litighiamo e sempre per la stessa questione! È pesante, mi sento messa da parte…. E le risposte sono le solite” queste giornate mi arricchiscono molto, potresti avvicinarti anche tu al volontariato, alcuni di loro li considero miei amici ecc. è vero, il mio ragazzo infatti esce con alcuni suoi amici disabili anche nel weekend. Io, però quando loro escono non ci sono mai…. Vorrei sempre che lui fosse tutto per me. Non sono egoista…. Tengo tantissimo alla nostra storia d’amore. Un rapporto va alimentato ogni giorno e se il resto ruba troppo tempo non funziona. Non ci sto. Lui trascorre giornate intere con la sua insostituibile associazione.sembra davvero che tutto l’amore sia per questa attività. Io, forse, allora non sono importante… si….bellissimi gesti ma tolgono tempo a noi. Tu sei volontario e io ho passato un noioso pomeriggio a casa, in camera mia, a pensare a tutto questo…. Immagina che divertimento. Sono le otto. Il cellu vibra. Messaggio. È lui….finalmente….era ora…. “ ciao cucciola, come stai? Io ho passato un bel pome insieme ai ragazzi…sono veram 1 grosso dono x me…se vuoi stasera cinema ci sono i miei amici del calcetto e altri 2…. A dopo… t.a.t.t.t che nervoso…. Mi ama talmente tanto e non ha mai tempo per noi…. Vabbè ore nove cinema. Oddio intravedo nel bagagliaio della sua macchina una carrozza. Pensa…dopo tutta la giornata anche al cinema se li porta. E non basta. Davanti è seduta una ragazza down… no… ma dai cosi è esagerato…. non gli basta quello che fa? Ecco…. Ora è tutto rallentato….monta la sedia, aiuta il ragazzo a scendere ecc. “ dai veloce il film non aspetta…. E lui con tutta la sua calma mi dice” inizia ad andar dentro per i biglietti…noi arriviamo”. La ragazza down vuole venire con me…mi prende la mano e mi dice dai andiamo!una disabile che non ho mai visto in vita mia, si prende tanta confidenza…tutti ci guardano… che imbarazzo, non sono mai uscita con ragazzi disabili… e poi non posso nemmeno restare da sola con lui… uffa…me li presenta, lui è luca,il mio migliore amico…avevo già sentito parlare di luca…lo descriveva sempre come un ragazzo dal carattere splendido…piccolo particolare….non mi aveva mai detto che era handicappato….non ero pronta…lei invece si chiama iris….stefano sorride,aggiungendo:è bella come il fiore….sono gelosa….un anno insieme…eppure, io non ho mai ricevuto un complimento simile…è piu dolce con loro che con me….non è possibile….muoio d’invidia… che si tenga il suo fiore allora…. È cosi disinvolto il mio ragazzo…per lui è naturale…io quasi mi vergogno… luca è un ragazzo con un handicap molto grave… completamente immobile… infatti ha bisogno del poggiatesta… luca sbava… luca ha difficoltà di linguaggio… parole incomprensibili… solo stefano, il mio ragazzo lo capisce…. Lui lo vede tutti i giorni….studiano insieme. Sono iscritti alla facoltà di lettere. Entrambi 19 anni… poverino…. Sorride sempre, nonostante tutto. Luca vuole i pop corn, ma non mangia autonomamente. Lo aiuta stefano, che pazienza… alla fine del film rifletto sul fatto che la serata non è stata poi tanto malvagia…. Io e lui nei giorni seguenti continuiamo a litigare…esce praticamente tutti i fine settimana con loro… stop…lo lascio…. Passano un paio di settimane… mi arriva un messaggio” ciao serena, sono luca… mi sono permesso di chiedere il tuo numero a stefano…ci mancano volontari x domenica….cosi ho pensato a te… Verresti? Che roba…pure il numero adesso… mi romperà sempre le palle…Non ho voglia però per una volta…faccio un sacrificio…. Alla fine di quella giornata, capisco che con quei ragazzi ti puoi divertire tantissimo… cavoli, aveva ragione il mio ex…provare x credere… alla sera mi arriva un messaggio di luca… scusa il disturbo ma hai dimenticato la felpa in sede…l’ho portata a casa cosi non sparisce… quando vuoi passa a prenderla… cosi un giorno vado a casa sua…ecco….tutte scuse per attaccare bottone…quasi quasi mando mia madre a prenderla….ma no…dai….una buona azione non guasta…Arrivo da lui alle due e me ne vado alle 6… non mi sono neanche accorta del tempo trascorso…luca è davvero intelligente…e lo capisco sempre meglio…. Iniziamo a volerci vedere… mi batte il cuore…appena esco da scuola sono tutta x lui… si… non l’avrei mai detto…. Sono innamorata persa di un ragazzo disabile… lui non lo sa…o almeno credo che non lo sappia…luca in realtà ha capito tutto… quel pomeriggio, come capita ormai da mesi vado a casa sua… trovo sulla scrivania un libro “ una bussola x due cuori…100 pagine…. Lo leggo con lui tutto d’un fiato…con lui vicino…ho i brividi… lo bacio…. Lui morde…è spastico….luca morde e sbava…amo la sua saliva…è sua…chi non la produce?è parte del bacio, donato con amore…per il mio tesoro questa azione è faticosa…ma tutto ciò che è ottenuto con impegno si definisce conquista…e la soddisfazione è immensa per entrambi…amo i suoi dolcissimi morsi…ogni tanto lo mordo anch’io…ormai è tutta complicità… per noi sono morsi d’amore… è solo l’amore che permette di mordere la vita con grinta… insieme….lo guardo negli occhi. Azzurri… immensi e profondi come il mare davvero…mi dice ti amo ed è la frase + chiara che nessun ragazzo al mondo aveva mai pronunciato per me…le sue sillabe mi risultano limpide come non mai… luca mi confessa che lui per scrivermi un banale sms ci mette anche 40minuti… ha problemi alle mani e allora si è ingegnato.. mette il telefono sul tavolo.. e lentamente tenta di schiacciare… l’unico dito che muove a malapena è l’indice e per me si sforza… cosa non si fa per amore…tutto quel tempo dedicato a me… che bello… mi sento importante…un giorno vado con il mio amore al parco… siamo seduti io in braccio a lui… è la nostra abitudine quando ci coccoliamo… in lontananza vedo stefano… il mio ex…abbracciato a una ragazza… sono in piedi… solo quando andiamo via luca sorridendo mi fa notare che dietro di loro si scorge una carrozza… si…gioia ha la tetraparesi ma con stefano resta in piedi volentieri… l’amore compie dei veri miracoli….io non avevo notato questo piccolo particolare…il cuore è completamente autonomo…per tutti…ho avuto la fortuna di scoprirlo…. Ora sono serena….di nome….e di fatto….e stefano affronta la vita con gioia….
Questo racconto è completamente inventato. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale.
Giada Dimauro

"IO bello da guardare...( di Myriam altamore)

In una qualunque giornata d'autunno vieni al mondo. E quasi ancora prima di nascere ti ritrovi a dover lottare fra la vita e la morte...la sorte è avara, si è fermata alle porte quando sei nato ma tu non te la prendi con lei, anche se non tutto è andato come doveva. Segno indelebile sul tuo corpo, una vita sulle "rotelle". Tante cose ti mancano, il non poter sentire la sabbia sotto ai tuoi piedi, il non poter sfiorare l'erba e provare un poco di solletico... eppure tu sei lì in mezzo a tanti con il sorriso sulle labbra. Tanti ti lanciano occhiate infinite ed insistenti e tu un poco hai paura, vorresti vivere una vita mezza nascosta. Non vergognarti delle tue difficoltà perché sono semplicemente più evidenti di quelle di una persona normale ma alla fine la differenza dov'è? Tu almeno non ti nascondi dietro a bugie o dietro ad uno specchio ma hai il coraggio di mostrarti così come sei ... te stesso. Ritieniti " fortunato" anche se comprenderlo ora è difficile, ma ritieniti fortunato di essere nato così perché dio ti ha fatto un grande dono, la possibilità di capire chi soffre come te, la possibilità di apprezzare cose che magari se fossi stato normale non avresti nemmeno notato. Tua mamma, quando passeggiate per strada ti ripete sempre "ti guardano perché sei bello”. Più tardi crescerai e capirai che ti guardano perché ti reputano diverso, anche se l'idea che ti guardassero perché eri bello ti aveva sempre fatto sorridere. Adesso devi farti forza e spazio in un mondo traumatizzato dall'esistenza di una persona disabile... la vita è una lotta continua, la tua “seconda nascita” sarà la più difficile. Infatti qualche tempo dopo…

Stiamo facendo un giro in Duomo con i volontari. Io spingo da solo la mia sedia a rotelle. Ho portato quella manuale perché quella elettrica aveva la batteria quasi scarica , sapete mi è già successo che si scaricasse mentre ero in giro con l’associazione e non è il massimo. Ho sempre e comunque una gran paura di rimanere indietro ma poter spingere da solo la carrozzina per me è importante. Gli altri miei compagni si fanno spingere perché da soli non riescono. Ammiro il Duomo , che bello. Oggi è sabato e in centro è pieno di gente. Questa cosa mi fa paura. Infatti ecco che passiamo vicino a una signora e mi fissa … non mi piace quando mi fissano così. Chissà cosa pensa , oddio mi sto agitando ! Devo stare calmo , no no no non ci riesco. Quella continua a guardarmi , vorrei poter credere che è solo perché ho qualcosa fuori posto ma non è così , fissa le mie gambe piccole e rattrappite. Ma cosa starà pensando? Poverino non può camminare oppure starà pensando mamma mia come è ridotto? Beh nessuna delle due idee mi piace, vorrei che non pensasse proprio. Oddio basta dai vattene !! No quella resta qui a guardarmi , merda ! Non posso nemmeno parlare non ci riesco, la mia bocca non coordina i movimenti. Se cominciassi a dirle una cosa del tipo “ Scusi perché mi fissa ? “ i suoni che uscirebbero sarebbero solo una serie di “ Sssssss “ sconnesse , quindi lascio perdere. Io sono nato così , non è colpa mia. Sono affetto da tetra paresi spastica. È come se , per me il mio corpo terminasse all’altezza delle anche. Poi ? Non lo so cosa c’è dopo. Non sento nulla. Vedo delle gambe ma non posso dire che siano le mie perché non le sento. Eppure sono attaccate al mio corpo, già ma non mi servono proprio a nulla se non ad attirare l’attenzione della gente. Forse se mi mettessero in mostra in un Museo diventerei ricco. La gente passerebbe si fermerebbe a guardarmi con molto interesse e io mi guadagnerei da vivere.
Torniamo alla realtà … stiamo passeggiando…. O nooooo ! Lo sapevo. Ecco mi sono incastrato con le ruote posteriori in un tombino !! E ora ? Si accorgeranno che non sono più con loro vero ? Io non posso chiedere aiuto , la mia bocca non mi ascolta. Muovo le mani sperando che uno dei volontari si giri ma … nulla ! Dopo cinque minuti , finalmente una ragazza volontaria torna indietro e mi aiuta , sono salvo, si salvo almeno per questa volta.
Ooops un altro problema , mi scappa la pipì. No, non posso adesso. Non posso costringerli a fermarsi per me e accompagnarmi in bagno. Resisterò pazienza. Dopo un’oretta di passeggiata in centro , ci fermiamo in un bar a fare merenda. Tutti si divertono. Io no , sono stanco e depresso. Quella signora che mi fissava mi ha buttato giù di morale. Vorrei poter gridarlo al mondo quello che sento dentro , poter dire alla gente che dentro questo corpo malato c’è un bel ragazzo che avrebbe tante cose da dire, che vorrebbe parlare ma non ci riesce perché l’involucro della mia anima è difettoso ma l’anima lei ragiona benissimo. Sono solo bello da guardare? No forse nemmeno quello.
Luca si avvicina e mi chiede cosa voglio da bere rispondo che voglio una coca cola ma lui con la sua faccia da pesce lesso dice :
“ Eh ??? Non capisco , dillo meglio per favore. “
Io ripeto “ Coca- cola “ ma scommetto che non ha capito. Infatti non ha capito. Io ho detto coca- cola sono convinto di averlo detto giusto ma sicuramente a lui sarà arrivato questo suono “ Ccccc “ però potrebbe anche arrivarci da solo no? Glielo ripeto ancora , mi sforzo di pronunciarlo giusto “ COCA-COLA “ forse ha capito … macchè con la sua faccia da ebete mi dice “ No non ho capito , mi dispiace , chiamiamo un altro volontario , io non capisco sono un po’ stupido ! ”
…Si si certo , ma dillo che sono io che sono handicappato e non riesco ad esprimermi invece di darti dello stupido tanto so che non lo pensi che lo fai solo per non farmi stare male. Che balla enorme. Sono io che non so farmi capire da voi è inutile che cercate di rimediare dicendo che siete voi che non capite.. Sono io , io solo con me stesso. Finché i pensieri sono dentro di me sono nitidi chiari ma appena cerco di portarli fuori attraverso il mio corpo si trasformano in movimenti senza senso e suoni simili a quelli di un bimbo di un anno. E allora si sono proprio solo. Solo io mi capisco.
Intanto mi sto arrabbiando , prendo un tovagliolo e una penna e scrivo COCA COLA. Ora ha capito. Bene anche questa volta non morirò di sete. E ora ? Stessa storia per mangiare qualche cosa? Lasciamo perdere, non mangio. Troppo difficile spiegare cosa voglio. Vorrei un cornetto. Come faccio? Rinuncio dai. Mangerò a casa. La mamma mi avrà senz’altro preparato una bella merenda. Ora si riparte.
O cavoli io devo fare la pipì. Un incubo. Come faccio a chiedere ? Agito le mani. Alessia mi vede. Si avvicina le dico “ p-i-p-ì “ … ha capito. Finalmente qualcuno ha capito. Mi portano. Dopo 15 minuti ho finito. Gli altri ragazzi disabili sono innervositi perché ho rallentato la partenza. Sempre colpa mia. La prossima volta non vengo così non sarò un peso per gli altri. Torniamo alle macchine. Mi caricano nel furgone. Quanti mi avranno fissato in questo tragitto? Mi sforzo di pensare che lo fanno perché sono bello … una balla più grossa non potevo raccontarmela ! No lo fanno perché sono HANDICAPPATO e loro sono normali. Io sono handicappato e loro sono normali … io sono handicappato e loro sono normali … ripeto queste cose tra me e me. Io sono handicappato e loro sono normali , io sono handicappato e loro sono normali … normali … normali … mi addormento.

ogni persona ha le sue abilità.....




Sei un disabile mentale se hai un cromosoma di troppo, se non puoi discutere di filosofia, se hai dei movimenti ripetitivi. Ecco! Voilà etichettato! La sociètà è cosi orgogliosa delle etichette che ti attacca addosso. Già, perché oggi è fortissima la necessità di inglobare le persone in categorie prestabilite… è semplice no? Si apre il manuale e si cerca subito la definizione….li, pronta stampata, precisa incontestabile… comodo. Definizione giusta. L’ha ideata qualcuno che ha studiato. Ok, definizione letta. Ora ti conosco. Sapendo qual è la tua patologia prevedo tutto di te. Mi sono documentato. Si, certo, perché i manuali fungono da sfera di cristallo infallibile. Ho imparato a memoria le caratteristiche della tua patologia, quindi mi relaziono con te in base a queste. Non ho la minima idea del tuo nome, della tua età, delle tue aspirazioni, del tuo stile di vita…..mi hanno soltanto comunicato la tua diagnosi e io sono tranquillo. Sono consapevole dei tuoi standard di atteggiamento e questo mi pare sufficiente. Utili gli standard. Non mi sforzo di conoscerti. Le persone affette dalla stessa patologia sono tutte simili… lo dice la scienza. Classificazioni inventate! Voilà! Fatica risparmiata! Meglio…! Ormai tu sarai semplicemente il tuo handicap cioè down, autistico ecc. si. È più semplice! Una sola parola per descriverti. Scientificamente corretta. Bene. Velocizziamo! La fretta è tipica di questo mondo! Non si conoscono gli esseri umani, si categorizzano… che cavolata assurda il linguaggio! Il primo aspetto che notano di te è la tua etichetta!l’essenza di una persona è la sua diagnosi…. Beh, assurdo….. non sanno nulla di te, sanno che sei down, autistico ecc….tanto i comportamenti sono tutti standardizzati… ho studiato io!! Anni ed anni sui libri saranno serviti a qualcosa? Si. Certo. Il libretto universitario è ricoperto di votazioni che partono dal 30 al 30 e lode. Beh, significa che sono preparato nel mio campo. Si. Hai trascorso pomeriggi a ripetere la tua lezione e sei assolutamente soddisfatto del risultato ottenuto! Anche il docente ti ha elogiato.
Ok, bravissimo! Hai mai trascorso del tempo con una di queste persone? Hai mai riflettuto sul fatto che non è necessario usare la voce che utilizzi con i bambini di due anni? La semplicità di cuore che possiedono loro, nessuno l’avrà mai ed è questo aspetto a renderli grandi + di te che ti ritieni normale! Adesso spiegami chi pùò definire la normalità… la normalità non esiste, ognuno ha delle caratteristiche uniche che non lo rendono né normale, ne anormale, ma semplicemente se stesso!e questa affermazione è empiricamente dimostrata dalla teoria delle intelligenze multiple di gardner . questo psicologo sostiene infatti, che sono individuabili 7 diverse intelligenze. (intelligenza logico matematica, linguistica, visuo spaziale, musicale,cinestetica, inter ed intrapersonale). E che, ognuna di queste in ogni essere umano ha diversi gradi di sviluppo. Naturale quindi essere + o meno dotati in un determinato ambito!conosco ragazzi down abilissimi nella musica, nella poesia ecc. ragazzi autistici che scrivono frasi sorprendentemente ricche di significato, con l’aiuto della comunicazione facilitata.Fregatura! Annullata l’etichetta normodotato! Si. Perché anche tu, presunto normodotato, non sarai mica un genio in tutte queste sette aree….ognuno di noi possiede limiti e risorse… la disabilità mentale è fermarsi all’etichetta…. Andiamo oltre…..
Giada

un grazie di cuore ai miei compagni d'avventura....

grazie a chi mi chiama per nome e non mi etichetta inutilmente....grazie a chi mi guarda dritta negli occhi e non si ferma alla carrozzagrazie agli amici con cui trascorro divertenti serate....grazie ai miei ascensori umani....grazie a chi "siamo amici non faccio volontariato"grazie alle persone che mi affiancano nella mia incurabile pazziagrazie a chi nel momento del bisogno vero c'è....grazie alle persone con le quali posso girare il mondo... grazie a chi mi paragona a un gelato.....grazie a chi ha portato il sole nella mia vita con lo spendore della sua anima....grazie a chi a luglio mi ha dato la spinta giustagrazie a chi difende la libertà del mio cuore....grazie a tutti coloro che mi guidano nel viaggio della vita....insomma, grazie a Dio per avermi donato i miei compagni di avventura, in particolare quelli di Comunione liberazione!!!!!!!!vi amo.....

domande e risposte...

Il giorno più bello: ogni giorno che hai vissuto e che vivrai…
L’ostacolo più grande: la paura…
La cosa più facile: sbagliare…
L’errore più grande : non lottare per i sogni…
La radice di ogni male: l’egoismo…
La sconfitta peggiore: lo scoraggiamento…
La felicità più grande: essere utile agli altri…
Il primo bisogno: comunicare…
Il difetto peggiore: il malumore
Il sentimento più brutto: il rancore…
Il regalo più bello: Il perdono…
La rotta migliore: la via giusta…
La migliore medicina: l’ottimismo…
L’accoglienza più efficace: il sorriso…
La sensazione più piacevole: la pace interiore…
Il comportamento più brutto: l’indifferenza…
La soddisfazione più grande: costruire…
L’azione più bella del mondo:amare…

la vita in carrozza ha ancora + stile

molta gente pensa che essere disabili sia una sfiga,...poverino non può uscire....e chi lo dice? Fortunamente non c'è ancora il cartello" io non posso entrare con lo stemmino della sedia....li ci sono scalini come facciamo? esistono al mondo uomini forzuti.... non facciamola bere...è disabile.... nessuna controindicazione....si...è vero non fa benissimo l'alcol... ( nemmeno a te, caro normo,), Ma chi non beve una biretta il sabato sera cn gli amici? non avrà mai una storia con un normo....peccato che il cuore è l'unica parte del corpo completamente autonoma x tutti....la persona che è con lei sarà un volontario....ma non sai che esiste un legame splendido chiamato amicizia?scrivo un sms ogni tanto cosi avverte la mia presenza e anche se non ci vediamo, almeno ci sentiamo e va bene comunque.... purtroppo 160 caratteri non cambiano nulla nel mondo....sono i gesti che contano....un disaile in discoteca??????????si si può ballare.... esiste addirittura la danceability....(tecnica di danza integrata...sulla disabilità non si scherza....e perchè no?dipende come la si vive.... continuate pure a vederci come degli esseri sfortunati....intanto noi possiamo farci portare in braccio nelle scale( bella tattica) se siamo strabiche possiam guardarlo quanto ci pare( senza ammetterlo...) ci spingono e possiamo attaccar bottone....se beviamo non si nota non andiam storti.... l'handicap irreversibile è fermarsi all'etichetta....la sfiga è non andar oltre....si perde molto.... in questo molte persone normodotate sono disabili perchè han grossi deficit nel guardar + in là del loro naso.... con questa nota voglio ringraziare in particolare Paolo...lui crede fermamente insieme a me che " la vita è eccezionale e vista da una carrozza ha ancora + style....GRAZIE PER ESSERE SEMPLICEMENTE PAOLO....NON CAMBIAR MAI...

poema per gli amici...

a tutti i miei compagni di avventura che mi dimostrano la loro Amicizia non a parole ma con i gesti... un modo semplice per dirvi GRAZIE DI TUTTO!
Non posso donarti soluzioni per tutti i problemi della vita…
Non posso sempre trovare soluzioni ai tuoi dubbi o timori…
Posso ascoltarli e condividerli con te…
Non posso cambiare il tuo passato ne il tuo futuro…
Quando ti servirà ti sarò accanto…
Non posso evitare che inciampi…
Ti offrirò la mano quando starai per cadere..
La tua allegria i tuoi trionfi e successi non sono i miei…
Ma godo sinceramente quando ti vedo felice….
Non giudico le tue decisioni…
Mi limito a stimolarti, appoggiarti ed aiutarti…. Se me lo chiedi…
Non ti traccerò limiti per le tue azioni…
Ti lascerò spazio per esprimerti…
Non posso evitare le tue sofferenze….
Posso asciugare le tue lacrime… sperando di vederti tornare a gioire al più presto…
Non posso dirti come dovresti essere…
Posso solo amarti per ciò che sei ed essere tuo amico….
Non importa che io sappia quale posizione numerica occupo nella lista dei tuoi amici…
Non pretendo di essere al primo posto..
Mi rende felice il fatto che mi hai voluto inserire nella tua lista…
Averti nella mia è un dono splendido…
Grazie di esistere…..

impariamo dai ranocchi...

C’era una volta una gara di ranocchi… lo scopo era arrivare in cima ad una grande torre… si radunò molta gente per assistere alla performance… cominciò la gara… nessun spettatore credeva che degli animali, piccoli e fragili come loro potessero compiere con successo una così ardua Impresa…. I commenti erano “ che pena, non ce la faranno mai!!” i ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno, che con costanza, tentava di raggiungere la cima. Il pubblico ripeteva frasi come: “ tutta fatica sprecata… inutile lottare per nulla!!”… i ranocchi si stavano dando per vinti, tranne il solito testardo che perseverava nel suo intento… alla fine tutti si arresero… tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, arrivò in cima… tutti incuriositi si avvicinarono a lui per complimentarsi e chiedere quale ingegnoso metodo avesse utilizzato per non ascoltare tutti i fastidiosi commenti del pubblico… scoprirono che era sordo….!!!
Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative,derubano le migliori speranze del cuore
Ricorda sempre il potere delle parole che ascolti o leggi…
Preoccupati di essere sempre positivo….!!!
Sii sordo quando qualcuno dice che non realizzerai i tuoi sogni….!!!!

due amici nel deserto......

Una storia racconta di due amici che camminano nel deserto…
In qualche momento del viaggio cominciano a discutere, ed uno dei due tira uno schiaffo all’altro, questi, molto addolorato, ma senza dire nulla, scrive nella sabbia: “ oggi il mio migliore amico mi ha dato uno schiaffo”.
Continuano a camminare, fino a quando arrivano vicino all’oasi e decidono di fare un bagno….
L’amico schiaffeggiato rischia di annegare, il suo compagno riesce a salvarlo…. Allora il ragazzo, una volta ripreso, decide di scrivere su una pietra: “ oggi il mio migliore amico mi ha salvato la vita”
L’amico incuriosito domanda: “ perché quando ti ho ferito lo hai scritto nella sabbia ed ora ,che ti ho aiutato , usi una pietra?”
L’Amico risponde: “ quando qualcuno ti ferisce scrivilo nella sabbia, in modo che i venti del perdono possano cancellarlo… ma se invece compie una buona azione, incidilo nella pietra, in modo che la traccia possa rimanere per sempre…

… ricorda sempre di scrivere nella sabbia i tuoi dolori e incidere sulla pietra le tue gioie…!!!

trova il tempo....

Trova il tempo di lavorare…è il prezzo del successo…
Trova il tempo di riflettere… è la fonte della forza…
Trova il tempo di leggere… è la base del sapere…
Trova il tempo di giocare….è il segreto della giovinezza…
Trova il tempo di essere gentile… è la strada della felicità…
Trova il tempo di sognare… è il sentiero che conduce alle stelle…
Trova il tempo di amare…. è la vera gioia di vivere…
Trova il tempo di aiutare….è un modo per sentirsi utili…
Trova il tempo di donare… è ciò che rende felice te stesso e gli altri…
Trova il tempo di condividere… è fonte di amicizia…
Trova il tempo di sorridere…è la chiave che può aprire anche le porte più inaspettate…
Trova il tempo di sorprenderti….è una delle emozioni più belle….
Trova il tempo di abbracciare…è un gesto che scalda il cuore…
Trova il tempo di pregare…è un modo semplice per stare in compagnia di Dio….
Trova il tempo di ascoltare… è il segreto per capire…
Trova il tempo di costruire… è la missione per la quale sei chiamato…
Trova il tempo di guardare negli occhi le persone… osserverai la loro anima…
Trova il tempo di restare in silenzio… dialogherai con te stesso…
Trova il tempo di viaggiare… scoprirai angoli curiosi del mondo…
Trova il tempo di ringraziare… è gratitudine…
Trova il tempo di sperare… eviterai di abbatterti…
Trova il tempo di essere contento…è la musica dell’anima…
Trova il tempo di comunicare… conoscerai meglio le persone…
Trova il tempo di domandare… scoprirai quanti progetti col tuo aiuto si possono realizzare….
Trova il tempo di agire concretamente…. Avrai reso il mondo migliore…

il valore di un sorriso...


Donare un sorriso
Rende felice il cuore
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona…
Non dura che un istante,
ma il suo ricordo permane a lungo…
nessuno è cosi ricco
da poterne fare a meno…
ne così povero da non poterlo donare…
il sorriso crea gioia in famiglia…
offre sostegno nel lavoro….
Ed è segno tangibile di amicizia…
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
rinnova il coraggio nelle prove,
e nella tristezza è medicina…
se incontri chi non te lo offre,
sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che dimentica di donarlo…

la vera obbedienza è l'amicizia... ( don giussani, comunione e liberazione)

c'è stato qualcuno che vi ha dato una spinta, un'idea, una voglia...vi ha fatto notare una diversità umana del vivere, che corrispondeva acutamente alle esigenze del vostro cuore... comprendeva, cioè un ideale, suscitava ciò che il modo di vivere altrui non aveva mai suscitato...quella diversità implicava serietà di vivere, gusto di vivere, volontà di fare, utilità nei rapporti, bontà...guardare uno che ti sta davanti non è fermarsi alla prima cosa...ma capire i pensieri...star attento a come vive...esige un minimo di fatica, semplicità, curiosità...capire significa cogliere la corrispondenza tra cio che ti si dice e le esigenze del tuo cuore...e lo fai x amore della tua vita... ne aumenta il gusto...la rende vera...man mano che capisci questo, diventa una cosa sola con te stesso...per la tua vita questo è importante...se tu cerchi di capire ti viene sempre + facile...diventa tuo..."succede che un amico non scrive un sms, ma ti invita alle feste, ti lava il sedere, si offre x passaggi, ti ospita a dormire, festeggia capodanno con te e non perchè sei disabile, ma perchè 6tu.... non x carità ma perchè è evidente la voglia c di star assieme, di ridere, di condividere, di progettare, di sperare, di sognare, di guardar la vita in faccia la vita....sempre... non a tempo, non per buone azioni, ma per amicizia....grazie di esistere ciellini miei...siamo amici e lo siamo fino in fondo....ho compreso grazie a questo movimento stupendo, la concretezza dell'amicizia e i veri valori della vita, praticati nella realta... vi amo..." la gente non parte dai discorsi, ma è colpita da una Presenza..."(Don Giussani)

il mondo è uno e tutti ne fanno parte.....


per fortuna esistono dei normodotati convinti di questa frase....non solo lo dicono.... ma agiscono di conseguenza.... già.... parlare è facile....agire un pò meno.... implica sforzo, impegno, convinzione, costanza e, necessariamente volontà di andare oltre....che fatica non fermarsi a ciò che si vede.... in tanti dicono " bisogna agire concretamente, solo alcuni lo fanno davvero....eppure esistono gruppi virtuali con migliaia di iscritti....un click è semplice e non costa nulla.....sta di fatto che ci sono ancora milioni di disabili nel mondo che si sentono dire" sei troppo disabile per lavorare, che sognano degli amici con cui trascorrere sabati sera, pomeriggi all'aperto, con cui viaggiare ecc.... invece, spesso, aspettano con ansia, l'incontro in associazione....esso si struttura all'incirca cosi: messa, pranzo, attività( che possa andar bene x tutti)...Merenda e tutti a casa....ma è mai possibile che la vita sociale di molte persone disabili sia solo questa? mi chiedo perchè avere un gruppo di amici sia una fortuna e non la normalità x tutti.... io questa fortuna ce l'ho e ne sono felice.... ma purtroppo non è cosi x tutti.... se un giorno i disabili non impazziranno x trovar lavoro, se i mezzi pubblici saranno attrezzati, se per i disabili passare pomeriggi e serate con amici non sarà + soltanto un ideale,se ci sarà l'abbattimento delle barriere archittettoniche e psicologiche, se lui ( normo) e lei (disabile) potranno andare dove vogliono insieme senza esser guardati in continuazione....se agli amici dei disabili non sarà + chiesto se svolgono volontariato, se ci saranno + " coppie miste", se la gente capirà che si può andar in pista sulla carrozza. se + maestri di sci si specializzeranno x disabili....se non ci si stupirà quando1disabile beve la birra..allora potremmo dire che la società è evoluta davvero perchè ha capito che tutti sono parte del mondo....la strada si prospetta ancora molto lunga....ringrazio intanto i miei AMICI....insieme cambiamo ogni giorno un pò di mondo e grazie a loro, mi sento una parte di esso.... Continuiamo cosi ragazzi.... vi amo.... grazie di esistere.... Giada

UN MICROMONDO NEL MONDO




mondo è a misura di passi. barriere archittettoniche ovunque, mentalità chiuse, convinzioni false diffuse, sguardi insistenti della gente, domande assolutamente prive di significato... e in mezzo a un mondo che cammina ci sono persone che ruoteggiano, oppure hanno un viso diverso perchè possiedono1dono in +( un cromosoma) o ancora sono lenti nel ragionare( La società è schiava del tempo). questi e persone si scontrano ogni giorno con mille difficoltà. faticano a trovare lavoro( " hai la pensione se non lavori non è grave") ad uscire ( " per loro ci sono le associazioni apposta"). la questione è che i disabili vogliono, desiderano e sperano( di trovare amici veri e sinceri) come qualunque altro giovane nel mondo. Noto ogni giorno tanta indifferenza nei confronti dell'handicap. milioni di disabili chiusi in casa che aspettano che un volontario, di animo buono li " porti fuori"( spesso si confondono persone e animali). dover vivere solo di associazioni non è gratificante, vedere genitori tristi e preoccupati per l'assoluta solitudine dei figli lo è ancor meno... riflettendo su tutto ciò ringrazio ogni giorno Dio perchè sono fermamente convinta di vivere in un " micromondo accessibile" si, un piccolo grande mondo in cui posso contare su degli AMICI, dove si festeggia, si sbevazza allegramente in compagnia, si esce, ci si diverte, dove quando ho veramente bisogno corrono a darmi una mano, dove star tra normodotati e disabili non è integrazione, ma semplicemente AMICIZIA...dove un normodotato chiede a una ragazza down" voglio vedere quel film con te, quando pensi di concedermi una serata?" dove" voglio provare la carrozzina con te... " dove "la vita vista da una carrozza ha ancora + style....dove " mi specializzo e poi andiamo a sciare in scioltezza" dove al cinema si dibatte su chi ha la sedia + comoda... dove la tua migliore amica ti viene a prendere, viaggia , sogna e progetta con te.... dove la conquista di uno è anche degli altri.....insomma dove non è necessario esser normali, ma solo se stessi....ringrazio di cuore i miei amici-compagni di mille avventure ( e disavventure)appartenenti a questo micromondo stupendo.... vi amo... Giada

teatro integrato in valle d'aosta




Edizione 2009

Dati del referente del progetto

Nome Cognome ALLERA Longo Mariuccia
Ente di appartenenza Assessorato Politiche Sociali del Comune di Montjovet
Associazione “I monelli dell'arte”
Indirizzo: Viale IV novembre 30
CAP e Città : 11027 Saint Vincent (A0)
Telefono 0166511404
e mail : arallera@tiscali.it

Titolo del progetto: LABORATORIO TEATRALE INTEGRATO

Soggetti che realizzano il progetto
Il progetto “Laboratorio Teatrale Integrato” attualmente è realizzato dall'Associazione senza fini di lucro”I monelli dell'arte”,.
L'Associazione è stata costituita il 26 marzo 2009 e non è ancora stata registrata all'Agenzia delle Entrate.
Indirizzo: Frazione Le Fiusey, .n.17 tel. 3292103143

L'Associazione “I monelli dell'arte“si è costituita il 26 marzo 2009, ma è il risultato del progetto di un Laboratorio teatrale integrato promosso e finanziato dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Montjovet e gestito da educatori volontari, che ha iniziato la sua attività nell'ottobre del 2006 e l'ha proseguita negli anni successivi fino alla primavera 2009. L'Associazione quindi testimonia il consolidamento dell'esperienza sul territorio e la fedeltà e convinzione dei volontari coinvolti.

Tempi e spazi
L'organizzazione del Laboratorio Teatrale è analoga a quella dell'attività scolastica, si articola su due anni dall'autunno dell'anno precedente alla primavera dell'anno successivo, cioè :
autunno 2006-primavera 2007 (1° anno)
autunno2007-primavera 2008 (2° anno)
autunno 2008-primavera 2009 (3° anno)
Gli incontri sono previsti ogni venerdì dalle ore 17.30 alle ore 19.30 presso una sala della scuola elementare di Montjovet Capoluogo, che è stata attrezzata anche per ospitare piccoli spettacoli.
Gli educatori saltuariamente si trovano alla sera per programmare o verificare le attività

Il Progetto del Laboratorio teatrale Integrato

Finalità
Le finalità dell'Associazione, che è senza fini di lucro, comprendono ed ampliano quelle iniziali del progetto del Laboratorio Teatrale Integrato, attingendo all'esperienza precedente.
Per perseguire gli scopi sociali, l’Associazione si propone di :
– avere attenzione verso situazioni di bisogno presenti sul territorio;
– educare i giovani alla solidarietà sociale;
– favorire l’integrazione sociale di ragazzi diversamente abili con ragazzi coetanei, all'interno
di un laboratorio teatrale integrato;
– stabilire rapporti personali capaci di educare e far crescere i cittadini in situazioni di
particolare disagio soggettivo e sociale, utilizzando la situazione teatrale come palestra di vita;
– stimolare le capacità comunicative interpersonali ed espressive attraverso l’attivazione di tutti i canali sensoriali, anche residui e attraverso la pratica del linguaggio teatrale inteso come la sintesi di diversi linguaggi artistici;
– arricchire le competenze di educatori e operatori scolastici e sociali nell’ambito teatrale riferito a persone diversamente abili, anche organizzando stage di aggiornamento con esperti professionisti;
– promuovere un'attività di ricerca in gruppo rispetto ad abilità espressive (motorie, linguistiche, musicali, artistiche) che potenzino le possibilità comunicative di persone in situazione di disabilità;
– stimolare l'attenzione sulle problematiche legate alla disabilità ed ad altri bisogni sociali attraverso attività di promozione, organizzazione e produzione di eventi culturali ed artistici, nonché di solidarietà.
I destinatari del progetto
Destinatari principali del progetto :sono
ragazzi preadolescenti ed adolescenti diversamente abili interessati all’attività teatrale
ragazzi preadolescenti ed adolescenti interessati all’attività teatrale e sensibili a valori di solidarietà sociale
educatori sociali ed insegnanti

In questi tre anni il Laboratorio Teatrale Integrato di Montjovet ha formato un gruppo affiatato, attualmente di 27 persone, che collaborano stabilmente
Il gruppo è composto da:
6 educatori professionisti (volontari all'interno dell'Associazione)
2 educatori volontari
4 genitori
4 studenti delle scuole superiori della zona
1 studentessa universitaria
10 ragazzi diversamente abili, adolescenti o giovani.
All'atto della costituzione dell'Associazione si sono aggiunte due persone competenti nell'ambito amministrativo-contabile.
Inoltre il gruppo può contare su collaboratori saltuari, esperti in diversi campi artistici e tecnici, che intervengono su esigenze precise.
Infine si è creata una rete di relazioni che travalica i confini del territorio, con persone che seguono l'evolversi del progetto, partecipano alle iniziative aggregative (cene, feste), seguono come spettatori le repliche del nostro spettacolo.
I ragazzi disabili e normodotati sono residenti nel comune di Montjovet o in comuni adiacenti, tranne un caso che proviene da Aosta .

Le attività
Il gruppo si è avvicinato al linguaggio teatrale attraverso tecniche di improvvisazione teatrale proposte dalla regista del gruppo, la Prof.essa Allera Longo Mariuccia che ha una esperienza trentennale nel campo del Teatro in educazione ed è specializzata nell'insegnamento ai ragazzi diversamente abili.
Il percorso di giochi teatrali è confluito in uno spettacolo “Io ero il soldatino , tu la ballerina...” Lo spettacolo è stato replicato quattro volte : a Montjovet per il debutto, ad Aosta per la Festa Regionale del Volontariato, a Saint Vincent all'interno del Carnevale dei piccoli, ma soprattutto .
a Chatillon nel convegno “A teatro per un teatro diverso”(19 marzo 2008).
Il convegno, progettato dall'Associazione, è stato un evento importante che ha messo in sinergia parecchi Enti:Lyons Club Cervino, Università della Valle d’Aosta, Comune di Saint Vincent, Comune di Montjovet, Biblioteca di Saint Vincent, Comunità Montana Monte Cervino,ed ha ottenuto il patrocinio degli Assessorati alla Istruzione e Cultura e alla Sanità, Salute e Poliche Sociali della Regione Valle d’Aosta

L'attività è stata apprezzata e la competenza acquisita è stata esportata.
Infatti alcuni nostri educatori, su richiesta diretta, hanno gestito corsi di teatro integrato in scuole materne, elementari e medie della zona e anche in alcuni CEA e Cooperative Sociali.
La Professa Allera, in collaborazione con lo scenografo, il Professor Pernet Elvis, tiene da tre anni un Laboratorio Teatrale ( Teatro in scuola) presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università della Valle d'Aosta.
Dall'autunno 2008 il gruppo collabora ad Aosta con l'Associazione Girotondo: è stato proposto un corso teatrale integrato che coinvolge giovani disabili e studenti universitari. L'intento è di stimolare la nascita di un gruppo analogo a quello di Montjovet.

Analisi del contesto socio-territoriale interessato dal progetto

Il progetto si rivolge ai giovani del Comune di Montjovet e dei centri limitrofi.
Montjovet è un paese della media Valle che verte sul grande centro di Verrès e fa parte della Comunità Montana dell' Evançon. Le sue caratteristiche sono simili a quelle dei paesi del bacino di Verrès. E' un Comune formato da molte piccole frazioni dislocate sulle montagne tutt'intorno, abitate per lo più da famiglie originarie del posto e legate al territorio, frazioni che hanno sofferto nel passato lo spopolamento e che, anche se recentemente sono state ripopolate da nuove famiglie, soffrono però dell' indebolimento del tessuto sociale originario, nei suoi ritmi, le sue relazioni , i suoi valori. Il paese risente anche dell'influenza del centro industriale di Verrès che da sempre richiama molti immigrati per le opportunità di lavoro che offre; in questi ultimi anni questi sono di origine extracomunitaria.
In questo contesto molti giovani vivono conflitti culturali, disorientamento o situazioni di isolamento e sono facile preda delle sirene dell'individualismo e del consumismo
La condizione dei ragazzi diversamente abili è ancora più difficile anche per i pregiudizi che li riguardano. Infatti riescono a trovare un inserimento sociale all'interno del contesto scolastico o in strutture assistenziali o corsi rivolti specificamente a loro, ma nessuno di loro può contare su un gruppo di coetanei con cui trascorrere momenti di svago nel posto in cui vivono. La situazione si aggrava quando i ragazzi disabili concludono il percorso scolastico e si affacciano su un mercato del lavoro provato dalla recessione e comunque esigente rispetto alle prestazioni. Spesso non trovano prospettive di inserimento sociale.
Così i ragazzi diversamente abili hanno come riferimento prevalente i genitori e gli educatori, in un'età in cui il confronto con i pari è essenziale per una equilibrata maturazione sociale.
Il Laboratorio teatrale integrato ha voluto dare una risposta a questi bisogni:
da una parte il bisogno dei ragazzi diversamente abili di avere degli amici nella zona in cui abitano, con cui condividere svaghi ed interessi (il teatro) e da cui essere considerati come persone;
dall'altra il bisogno dei ragazzi “normodotati” del territorio di praticare un loro interesse e trovare nuovi amici, in un luogo in cui i valori di solidarietà, rispetto, ascolto per le persone siano al centro dell'attività, in un ambiente rilassato e divertente.
A questi possiamo aggiungere il bisogno di educatori ed insegnanti di trovare nuove strategie atte a favorire le capacità espressive e comunicative di utenti diversamente abili e a stimolare la loro inclusione nel gruppo di riferimento.

Il Laboratorio Teatrale Integrato ha risposto positivamente a queste esigenze con le attività già descritte, come si può leggere nelle relazioni di verifica allegate.

La nascita della Associazione “I monelli dell'arte”risponde al bisogno di consolidare l'esperienza e di darle una prospettiva di continuazione nel futuro.
La nuova situazione crea una reale e concreta opportunità di interazione tra Enti locali e organizzazioni di volontariato nell'offerta di servizi al territorio.
Inoltre l' Associazione permette di coinvolgere molte più persone del territorio nell'attuazione del progetto di integrazione dei giovani.

In questa fase il gruppo ha espresso dei nuovi bisogni:
- di approfondimento delle competenze espressive e relazionali;
- di rinnovo dei contenuti dell'improvvisazione teatrale (esigenza di produrre un nuovo spettacolo);
- di formazione educativa e didattica (da parte di insegnanti ed educatori);
- di apertura e condivisione con il territorio dei percorsi e prodotti;
- di scambio di esperienze con altre realtà che operano nel teatro integrato in Italia ed all'estero.

Contenuti e metodi

Lo strumento per fissare i contenuti ed i metodi di ogni incontro è un diario di lavoro tenuto dalla regista
Il primo anno di attività è stato dedicato a formare un gruppo affiatato ed a fornire strumenti espressivi di base.
Nel secondo anno di attività è stato allestito lo spettacolo teatrale “Io ero il soldatino e tu la ballerina”
Nel terzo anno di attività lo spettacolo prodotto è stato replicato e contemporaneamente si è cominciato a raccogliere materiali per l'allestimento del nuovo spettacolo teatrale su Alice .

Ogni incontro della durata di due ore consiste in :
· Un momento di accoglienza dei convenuti (con merenda)
· Esercizi di riscaldamento e respirazione
· Sequenze di esercizi e giochi finalizzati ad improvvisazioni in coppia o gruppo
· Saluti finali contenenti suggestioni sulle dinamiche interpersonali e le sensazioni provate
· In caso di necessità ci si riserva un momento di riflessione collettiva su eventuali problemi relazionali

Per l'allestimento di uno spettacolo teatrale la regista e lo scenografo progettano un percorso da proporre agli “attori”. Infatti non si parte da un testo teatrale, ma da un racconto letterario che sembra interessante per le problematiche che suggerisce.
Ma molti ragazzi diversamente abili fanno fatica a capire ed a immaginare situazioni non direttamente riferibili alla loro esperienza diretta ed il ricorso al disegno o all’immagine stampata non è sempre una soluzione. Inoltre costruiscono con fatica sequenze di azioni in astratto e non comprendono i concetti impliciti.
Allora la storia viene divisa in scene e le scene vengono concretizzate in situazioni.
Così “ per finta” essi incontrano situazioni realistiche o fantastiche in cui possono comprendere meglio fatti e avvenimenti, resi concreti da oggetti ed azioni e possono sperimentare relazioni senza grandi rischi. Stimolati dal gioco, possono inoltre esprimere emozioni, riflessioni, opinioni personali e gli educatori - attori possono comunicare con loro in un modo particolarmente efficace.
Il ricorso a tecniche teatrali permette di dare una concretezza alle situazioni proposte pur rimanendo nell’ambito del simbolo.

Utilizzando tecniche di improvvisazione teatrale la regista richiede agli attori di interagire spontaneamente con le situazioni scelte che i ragazzi, vivono direttamente e quindi comprendono meglio.
Inoltre evita di assegnare dei personaggi ed accetta tutte le proposte rendendole funzionali al racconto. Tutti si immergono nella storia e ne diventano parte, assimilandone le azioni ma anche contribuendo a farla rivivere con vissuti personali, spesso molto emozionanti.
Il copione teatrale viene scritto così mano a mano, dopo le improvvisazioni.

Le tecniche teatrali usate provengono dall'esperienza del teatro dei ragazzi, già animazione teatrale, e sono mirate ad esaltare le risorse spontanee di ognuno nell'uso dei diversi canali espressivi: voce, gesto, immagine, musicalità....
Se si cerca di valorizzare le risorse migliori di ognuno e si utilizza la vasta gamma di linguaggi che il teatro offre, è sempre possibile ritagliare ruoli adeguati alle capacità di tutti.
Tanto più gli attori presentano un ritardo cognitivo, tanto più fanno fatica ad interpretare qualcuno diverso da sé, perciò è importante che i personaggi siano cuciti addosso ed inventati in aderenza ad alcune caratteristiche della loro personalità, che essi evidenziano reagendo in modo spontaneo.. E’ inoltre importante valorizzare nel personaggio caratteristiche positive o simpatiche proprie del ragazzo in questione e elaborare situazioni in ogni scena che gli permettano di vivere emozioni costruttive.
Anche in caso di disabilità fisiche, si ricorre alle infinite possibilità offerte dal teatro: è un linguaggio complesso che utilizza con pari dignità linguaggi verbali e non verbali ( espressione corporea, uso di oggetti e costumi, immagini anche virtuali, musiche, suoni, rumori, luci) e in questo ambito i limiti posti dalla disabilità possono diventare una risorsa creativa.

La ripetizione sistematica delle scene inventate dai ragazzi stessi è più semplice e facilita la memorizzazione delle sequenze che di solito, alla fine del percorso, è soddisfacente. Nei casi di maggiore difficoltà è sufficiente che i ragazzi ricordino la situazione e sappiano reagire in modo appropriato agli stimoli dati dagli educatori .

Infatti nell'azione scenica i ragazzi diversamente abili sono sempre sollecitati e sostenuti da un compagno. Il rapporto numerico tra educatori/ ragazzi “normodotati” e ragazzi diversamente abili ci permette di fare lavorare gli attori in coppia. Nel nostro spettacolo i referenti cambiano a seconda delle scene, questo complica un po’ l’organizzazione complessiva, ma, secondo noi, favorisce l’inclusione dei nostri amici che non sono costretti a rapportarsi con un partner fisso ed arricchiscono le loro abilità relazionali. Nel corso di questi tre anni comunque i ragazzi disabili hanno individuato degli educatori di riferimento che li aiutano nei momenti di maggiore insicurezza, ma quando sono tranquilli tendiamo a fare turnare le coppie.

Lo spettacolo prodotto l' anno scorso ha altre caratteristiche originali: tutti gli attori partecipano a tutte le scene che sono corali, non ci sono protagonisti che oscurano gli altri.
Tutti gli attori interpretano personaggi diversi in ogni scena e vengono caratterizzati dai costumi/copricapo che li camuffano.
Questa scelta è un po’ rischiosa per la comprensione da parte del pubblico, ma è stata molto divertente per i partecipanti e ha favorito la coesione del gruppo.

Quindi nei primi mesi di attività vengono raccolte ed organizzate in scene le improvvisazioni e viene precisato il copione Contemporaneamente vengono scelte le musiche e lo scenografo propone o fa realizzare al gruppo gli oggetti di scena e disegna i costumi che le costumiste cuciono. In seguito gli attori cercano di fissare le improvvisazioni e precisare i tempi ed il ritmo dello spettacolo con l’aiuto della regista, stabilendo con precisione i movimenti, i cambi di costume, facendo attenzione a non lasciare mai soli i ragazzi diversamente abili nelle diverse scene.
Ma perché uno spettacolo funzioni, cioè emozioni e catturi gli spettatori, sono indispensabili altri due elementi:
un ritmo adeguato che si ottiene solo provando, nel nostro caso, molte volte, ma per tempi brevi;
una energia forte che traspare quando gli attori sono molto coinvolti nella recitazione.
Quest’ultimo è l’elemento più importante, non è però difficile percepirla con i ragazzi diversamente abili che, se si trovano bene in una situazione e se si divertono, comunicano in un modo disarmante le loro emozioni ed entrano facilmente in empatia con chi li sta ad ascoltare.




Sistema di valutazione del progetto

Per valutare il successo del progetto teniamo conto principalmente dei seguenti criteri:
- il numero degli aderenti allo stesso
- la soddisfazione dei partecipanti rispetto ai contenuti
- l'esito dello spettacolo teatrale

Indicatori di valutazione
Registro delle presenze
Raccolta di riflessioni ed impressioni alla fine di ogni incontro
Riunioni periodiche degli educatori
Riunioni periodiche in cui viene presentato mano a mano l'esito del lavoro ai genitori
Relazioni periodiche di verifica redatte con il contributo dei ragazzi partecipanti
Numero degli spettatori alle repliche dello spettacolo
Gradimento espresso esplicitamente dagli spettatori

Il registro delle presenze testimonia che il gruppo si è ampliato e consolidato con l'andar del tempo: Siamo partiti in 20 ed ora siamo in 27 stabili. Gli avvicendamenti sono stati minimi e i ragazzi diversamente abili,malgrado due rinunce, sono aumentati ( da 7 a 10).
Una difficoltà sta nel fatto che quasi tutti i ragazzi ed i volontari del nostro gruppo hanno molti impegni tra studio, lavoro e corsi vari, per cui è praticamente impossibile pretendere la frequenza completa di tutti . Questo nell'allestimento degli spettacoli comporta un allungamento dei tempi e la necessità di prevedere degli attori con il ruolo di jolly che sostituiscano gli assenti. L'espediente crea un po’ di confusione ma c’è il vantaggio che molti sanno interpretare più parti. In ogni caso nei momenti importanti ( prove generali, repliche) il gruppo è sempre al completo.

Il risultato che ci sembra più significativo si può riassumere con le parole di un ragazzo all'inizio del secondo anno : “ L’anno scorso i ragazzi diversamente abili mi facevano un po’ impressione, adesso non sento più la differenza”.
Infatti si sono creati dei legami affettivi ed i ragazzi “normodotati” si sentono coinvolti dalla capacità di esprimere affetto dei loro amici.
Inoltre i genitori dicono che vengono volentieri, alcuni sono proprio impazienti che arrivi il venerdì.
Dalle relazioni emergono altri dati:
l'esperienza ha ben evidenziato le potenzialità di ogni componente del gruppo e ha dato ad ognuno la consapevolezza di possedere strumenti espressivi e capacità inventive in una percezione di parità;
essa ha stimolato la conoscenza di sé e della propria personalità provocando un aumento generale di autostima;
inoltre ha generato una ricaduta nelle capacità di relazione interpersonale di tutti i componenti, soprattutto dei nostri ragazzi diversamente abili che, come sappiamo, per motivi fisici o cognitivi, non sempre riescono a comunicare in modo adeguato

Lo spettacolo è stato replicato quattro volte ed offerto anche a classi delle scuole elementari e medie. Ogni volta il pubblico, sempre numeroso, lo ha accolto con grande commozione ed entusiasmo. Questo esito ha aumentato l'autostima e la determinazione di tutti.

Le occasioni di riflessione sul senso della nostra esperienza non mancano.
Una studentessa del liceo sociale ha portato alla maturità nell'anno scolastico 2007/2008 una tesina sul tema del rapporto tra arte e disabilità
Una studentessa di scienze della formazione sta preparando una tesi sullo stesso tema.


Progetti per il futuro

Finalità
Nel prossimo futuro ( anni 2009/2010) si intende rispondere in parte ai nuovi bisogni del gruppo che fa riferimento all'Associazione “I monelli dell'arte”.
- Al bisogno di rinnovo dei contenuti: ”I monelli..”stanno preparando un nuovo spettacolo sul tema del passaggio tra l'età infantile e l'età adulta a partire dalle suggestioni date dai libri di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”e “Alice allo specchio”.
- Al bisogno di formazione . Abbiamo pensato a degli stages di formazione gestiti da esperti, completati da spettacoli teatrali
In particolare si prevede:
nell'autunno 2009 uno Stage di ARTE TERAPIA gestito dalla D.ssa Miranda Fanny seguito dallo spettacolo teatrale “Valise de je(ux)”
nella primavera 2010 uno stage “PROPEDEUTICA TEATRALE” condotto della compagnia Teatro Instabile di Aosta seguito dallo spettacolo “Mimondi”

Lo spettacolo “Alice...”
L'allestimento dello spettacolo a partire dai testi di Lewis Carrol è già iniziato nella primavera 2009. Prevede una metodologia simile a quella descritta per “Il soldatino....”.
Il comune di Montjovet è intervenuto con un contributo per la scenografia.

Stages
Il gruppo si propone di ricercare nuove risorse, meno evidenti, all'interno delle possibilità inventive e comunicative espresse finora ..
Per questo sente l'esigenza di confrontarsi con nuove tecniche, proposte da professionisti del teatro, che possono indicare percorsi che saranno filtrati dagli educatori teatrali ed adattati alle esigenze ed alle possibilità dei ragazzi.
Gli stages sono rivolti in particolare a tutti i partecipanti al laboratorio teatrale di Montjovet, ma soprattutto agli educatori od ai futuri educatori.
Gli stages, in caso di posti vacanti, saranno aperti anche a educatori sociali o ad insegnanti o a studenti della facoltà di scienze dell'educazione e formazione interessati al nostro percorso di ricerca.
Gli spettacoli, in orario serale, sono indirizzati agli stagisti, ma anche ai componenti del laboratorio teatrale che non hanno potuto partecipare al corso, a tutta la popolazione del territorio ed a quanti sono interessati al teatro sociale.
Di fatto gli spettacoli diventano un momento di ulteriore formazione perché presentano l'esito del lavoro dei professionisti con cui si è condiviso un percorso artistico, professionisti che esprimono al meglio le potenzialità del suddetto percorso.
Inoltre è un momento di apertura al territorio e condivisione degli argomenti trattati nello stage.

Abbiamo deciso di appoggiarci in prevalenza ad esperti valdostani perché ci sembra importante valorizzare le competenze locali e garantirci eventualmente una continuità nella collaborazione.
Gli esperti hanno competenze diverse, ma coerenti con la nostra poetica: metodo dell'improvvisazione teatrale, coralità della recitazione e valorizzazione dei più timidi o deboli. Pensiamo che ci possano fornire strumenti che completino la nostra formazione:

In particolare la dottoressa Miranda Fanny Fey, di origine valdostana, è un' arte terapeuta diplomata in animazione socio-culturale e laureata in studi teatrali all' Università Michel de Montagne - Bordeaux III – France; si occupa di relazioni tra arte e terapia e arte ed espressione, in situazione di sofferenza e disagio.
Ci aiuterà ad approfondire percorsi rispetto alla relazione interpersonale nell'attività teatrale, la scoperta e l'uso del corpo e della voce, l'utilizzo dei mediatori artistici per prendere coscienza delle proprie capacità e contribuire alla creazione di un progetto artistico.

Il Teatro Instabile di Aosta è una giovane compagnia che allestisce spettacoli di teatro gestuale. E' diretta da Marco Chenevier ed ha sede a Villeneuve ed a Roma. I componenti vantano una solida preparazione alla scuola di Jacques Lecop ed esperienza di laboratori con le classi e i ragazzi diversamente abili.
Gli argomenti trattati saranno: il linguaggio dei gesti, il coro teatrale, lo spettacolo come partitura ritmica.

Il progetto di formazione è stato inoltrato all'Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali e la sua realizzazione dipende dall'eventuale erogazione di un finanziamento regionale.




Firma del referente del progetto

Mariuccia Allera Longo









Montjovet ,lì 10 aprile 2009

domenica 7 giugno 2009

INNO ALLA VITA…
La vita è opportunità… coglila…
La vita è bellezza… assaporala….
La vita è un sogno….realizzalo…
La vita è una sfida…. Affrontala…
La vita è un gioco….. giocalo…
La vita è preziosa… abbine cura….
La vita è ricchezza… conservala…
La vita è amore… godine….
La vita è risorsa… valorizzala…
La vita è un tesoro… custodiscilo…
La vita è insegnamento… apprendi…
La vita è un mistero… scoprilo…
La vita è inno…. Cantalo….
La vita è una lotta… accettala…
La vita è avventura… divertiti….
La vita è felicità…. Meritala…
La vita è un dono… apprezzalo….
La vita è allegria… gioiscine…
La vita è la vita… difendila…

l'amicizia non è una parola ma una dimostrazione.....


Società evoluta. È davvero cosi? Ci interessiamo tutti all’handicap? Riflettiamo su cosa significhi concretamente questo fatto. Le persone affermano di conoscere la disabilità. Ok . concordo sul fatto che esistono diverse modalità di approccio a questa dimensione, la quale, tra l’altro, dovrebbe riguardare davvero tutti. Ognuno,infatti dall’oggi al domani, si potrebbe ritrovare su una sedia a rotelle… Puff. Seduto! Comunque… esistono persone che scelgono di studiare in questo ambito, alcuni ne sono a contatto per esperienze di vita( famigliari ecc) , altri che decidono di dedicarsi al volontariato, in maniera sporadica, magari una domenica al mese:una buona azione ogni tanto fa fine e non impegna… l’ultima categoria è composta da persone che, semplicemente sono i tuoi amici e lo sono per davvero. Non a tempo. Non per carità, o ammirazione altrui, semplicemente perché sei tu, e non perché disabile o meno, ma per il semplice fatto, che è evidente la voglia di stare assieme, di ridere, di condividere, di progettare, di sperare, di sognare, di ribaltare il mondo insieme, insomma di essere compagni di avventura in tutto e per tutto. Ed esserlo fino in fondo. Guardare in faccia la vita è non averne timore, è mettersi in gioco di continuo, è offrirsi reciprocamente aiuto sia morale che materiale…è accogliersi, donando agli altri la possibilità di essere soltanto loro stessi, è percepire una differenza sostanziale se in quella serata non è presente una sola persona… e poco importa che sia, o meno dotata di ruote… se ne manca una non è lo stesso.
Ok. Quante persone instaurano un legame come sopra descritto anche con chi è disabile? Molta gente sostiene di essere vicina alla disabilità. Alcuni lo sono attraverso gli sms e le mail. Altri agiscono concretamente. Purtroppo 160caratteri non saranno mai in grado di cambiare niente nel mondo…. E non sarà utile a tal fine nemmeno una mail…. Quante persone trascorrono i sabati sera con i disabili? Quante festeggiano il capodanno con loro? Quante permettono loro di girare il mondo? Quanti sognano un agriturismo gestito in modo integrato? Quanti lavano il sedere a un disabile? Quanti si offrono piader passaggi in macchina? Quanti maestri di sci vogliono specializzarsi per disabili? Quanti ti ospitano a dormire? Quanti vanno a casa di un disabile se ha bisogno di aiuto? Quanti vanno con i disabili ai concerti? Eppure tutti si interessano a questa dimensione…. Sono i fatti che contano, non le parole….ringrazio con tutto il cuore i miei compagni di avventura di Comunione Liberazione… per loro queste azioni sono quotidianità. E non è questione di santificare un movimento, ma di guardare la realtà. Noi viviamo i legami e non li scriviamo nei messaggi.
Disabilità: un dono per insegnare e imparare ogni giorno.
Mi presento: sono Giada, ho 23 anni, studio psicologia e ho la tetraparesi spastica dalla nascita per mancanza di ossigeno. Amo molto raccontare di me, amo parlare con i giovani di tutto ciò che la carrozza mi ha donato, di quanto mi ha permesso di crescere e di maturare. Amo definire la carrozza come un mezzo che permette il viaggio nella vita, guidati da compagni di avventura: questo mezzo di trasporto è quindi da valorizzare al 100%!!! Io infatti ruoteggio a testa alta, sono fiera di essere me stessa con i miei pregi, i miei difetti, le mie possibilità, i miei limiti.
Comunemente si definisce disabile, chi ha un handicap fisico, psichico o sensoriale. Etimologicamente questo termine significa non abile; se riflettiamo, ognuno di noi quindi è disabile in un determinato ambito (chi in storia, chi in matematica, chi in italiano, chi in danza, chi nello sport, ecc). Sì, perché ogni persona, volente o nolente, possiede limiti e risorse, e con questi si confronta ogni giorno della sua vita. Tutto ciò che siamo ci permette di essere unici speciali ed irripetibili. Basta essere pronti ad accoglierlo, tentando di ricavarne sempre il massimo e da ogni esperienza saper trarre ciò che di positivo ci dona.
Credo che ogni evento della vita accada allo scopo di rendere gli esseri umani uomini veri. Sì, ognuno avanza verso il destino cosi com’è…. Camminando o ruoteggiando non importa… sia in un modo, sia nell’altro la strada si percorre ugualmente….e non con meno entusiasmo. Anzi, se sei seduto hai necessariamente un compagno al quale affidi la guida e, si sa, essere guidati implica compagnia, condivisione, amicizia.
Da quanto finora raccontato, credo sia esplicito il mio modo di pensarla su questo tema sul quale purtroppo si dibatte poco (non ho ancora ben chiaro il motivo di questo fatto), pur essendo consapevole dell’esistenza di differenti teorie a riguardo: le più gettonate sembrano essere “è un argomento delicato”, “è necessaria una certa preparazione”, “non mi riguarda” oppure “tanto anche parlandone non cambierà nulla”… Personalmente, ritengo la disabilità un argomento naturale, uno come gli altri… Semplicemente credo che ogni essere umano abbia una storia di vita propria, che è molto importante narrare: è occasione di arricchimento per tutti, quindi non bisogna temere di mostrare ciò che siamo, ciò che ci contraddistingue da altri individui. La diversità è prerogativa dell’intera umanità, non vi è nel mondo un solo uomo uguale ad un altro fortunatamente…. Che monotono sarebbe il mondo! Non sono solo parole le mie: si può notare tutti i giorni passeggiando per le strade di qualunque città il fatto che tutti, ma davvero tutti siamo diversi… le differenze individuali sono riscontrabili ad esempio, nel modo di vestire, di pensare, di concepire la vita… tutti possiedono anche differenze fisiche (colore degli occhi o dei capelli) e psicologiche( tratti caratteriali, ecc). Insomma, direi… il mondo è bello perché è vario! In sostanza, concepisco l’handicap ( sia esso fisico, psichico o sensoriale) come una delle molteplici diversità esistenti in natura. Sostengo che la normalità consista davvero nella diversità ( anche questa affermazione è empiricamente dimostrabile): se non fosse così saremmo tutti pateticamente clonati.
Perché avere paura delle ruote allora? Per mia fortuna conosco molte persone prive di questo insensato timore, persone che mi chiamano per nome e non mi etichettano inutilmente, persone che condividono con me la sedia, persone con cui semplicemente guardo in faccia la vita, persone che non mi compatiscono (anche perché non ne hanno motivo), ma non tutti si comportano come i compagni di avventura che ho conosciuto io… purtroppo…. E allora, il mio primo obbiettivo è affrontare i discorsi. Sì, perché ciò che non si conosce può ragionevolmente spaventare, e ciò è naturale. Purtroppo esistono ancora troppe persone che non conoscono la disabilità e quindi ne sono lontane. Ovvio, ciò che non si conosce non si comprende e sta a noi disabili raccontarci; la parola è forse il mezzo + efficace per eliminare i numerosi stereotipi che causano poi il pregiudizio, cioè un giudizio a priori. Senza nemmeno conoscerti ti giudico…. in base a cosa? Beh, in base agli stereotipi che il mondo ha creato intorno a te…. Questo è il conformismo: Già, ed è di moda! Ha senso il conformismo? Ha senso essere dei pecoroni non pensanti che seguono soltanto la massa? Gli stereotipi ci saranno finché non verranno modificati da azioni concrete.
Un disabile non esce…se non ha amici. Un disabile non può avere una storia con un normodotato….se questo non si convince del fatto che il cuore sia l’unica parte del corpo completamente autonoma per tutti. Un disabile non beve e non fuma….se gli altri sono convinti (senza plausibili motivi peraltro) che non possa farlo. Un disabile non entra dove ci sono scalini… se qualcuno non funge da ascensore umano.
Sono fermamente convinta che i limiti reali siano nella mente e che il vero handicap che crea irreversibili impedimenti sia l’ignoranza. La società moderna negli ultimi anni si è dimostrata attenta a inventare inutili neologismi: diversamente abile, diversabile, ecc. Ecco… li odio… tutti termini politicamente corretti ( nessuno ha il potere di stabilire ciò che è adeguato o meno alle situazioni). Cavoli, invece di tanti problemi su come chiamare le persone( tutti alla nascita abbiamo ricevuto un nome proprio, finalizzato ad individuare in modo chiaro e preciso l’identità), perché non agiamo con azioni concrete, ad esempio eliminando le barriere architettoniche (la legge che lo prevede risale al 1986 e nel 2009 ancora non è rispettata!!!) e psicologiche (guardando la persona seduta dritta negli occhi?). La carrozza è una parte ineliminabile di noi, sicuramente ha un ruolo nella formazione della personalità che si struttura in modo più o meno forte a seconda dei casi (io affermo sempre che non sarei Giada senza la mia Gina, la mia carrozzina…è uno dei molti aspetti di me, esattamente come il colore degli occhi), ma non è tutto! C’è dell’altro: sentimenti, pensieri, ideali, ecc., tutti da scoprire. Se ci si ferma solo alle ruote si perde molto!
Altra assurdità: i disabili sono tutti speciali. Non si può generalizzare: siamo persone e come tali possiamo risultare a qualcuno simpatiche ad altri meno…Non c’è nulla di male! Solo che la gente pensa: “Già è sfortunato… almeno diciamogli che è speciale”.
Ma avete mai pensato ai vantaggi della disabilita?
1. chiedere aiuto per spingere è un modo per attaccar bottone;
2. se sei strabica come me e lo guardi potrai sempre negare…;
3. farsi portare in braccio nelle scale è tutta tattica;
4. a volte una carrozza per due può bastare…
5. se vai in un luogo affollato non avrai mai il problema di non trovar posto a sedere: ti sei organizzato in anticipo e la sedia ce l’hai!
6. se bevi non è evidente….non vai storto…

Grazie alla vita che mi insegna a sorridere e ai miei compagni di avventura che mi affiancano nella mia incurabile pazzia!
Giada…una disabile felicissima.